di El.T
Quest’anno ricorre il centenario della legge Serpieri, che prende il nome dall’ideatore e co-redattore della norma, la prima complessiva riforma della legislazione in materia di boschi e terreni montani, che istituì il vincolo idrogeologico e forestale.
La legge favorì un cambio di passo e di visione complessiva della gestione del territorio montano e della sua economia, nonché attribuì un ruolo centrale allo Stato per la salvaguardia del territorio come bene comune nazionale.
Una norma tuttora vigente, a cui fa riferimento la regolamentazione delle attività di prevenzione dei dissesti geo-idrologici sul territorio nazionale, della quale si vuole inquadrare la lettura in chiave contemporanea, partendo dall’evoluzione nel tempo della sua applicazione per arrivare alle prospettive di sviluppo attuali per la gestione del territorio.
A Villa Altieri è stata organizzata - dal Comitato Scientifico composto da rappresentanti di Città metropolitana di Roma Capitale, Regione Lazio, Ordine Geologi Lazio, Federazione Ordini Dottori Agronomi e Forestali del Lazio, Società Geologica Italiana, Società Italiana di Geologia Ambientale, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Autorità di bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale - una giornata di approfondimenti e confronti con con la partecipazione di personalità del mondo istituzionale, accademico, scientifico, tecnico e professionale.
Sono intervenuti per i saluti istituzionali il Vicesindaco di Città metropolitana di Roma Capitale Pierluigi Sanna e il Consigliere delegato Damiano Pucci. Per la Regione Lazio è intervenuta l’Assessora ai Lavori pubblici, Politiche di Ricostruzione, Viabilità, Infrastrutture Manuela Rinaldi.
Damiano Pucci, ha confermato l’impegno (da 25 anni) prima della provincia di Roma e oggi della Città metropolitana.
“Ringrazio gli organizzatori e i partecipanti per l’alto livello dei contributi raccolti oggi, frutto di una sinergia tra istituti di ricerca e enti istituzionali che di certo fa emergere un apporto significativo alla tematica della prevenzione e gestione del rischio ambientale e idrogeologico. Sono le comunità locali il fronte ultimo su cui ricade direttamente la questione del rischio idrogeologico, un fronte aperto su cui nonostante gli sforzi normativi e le risorse messe a disposizione dobbiamo ancora fare tanta strada. Sosteniamo con forza la necessità di affrontare il rischio ambientale con un approccio integrato e una visione sistemica, per prevenire e monitorare le situazioni di rischio in maniera sempre più puntuale, grazie alle innovazioni tecnologiche, così come utilizzando tutte le opportunità di investimento, come quelle del PNRR, per fare in modo che il nostro Paese sia sempre più resiliente e guardi con ottimismo allo sviluppo sostenibile”.