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Novembre 21, 2024

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Albano Laziale: tra XVIII e XIX secolo. Dissertazioni a episodi sulla città, e relativi itinerari paesaggistici e storici (ep.5)

Albano Laziale: tra XVIII e XIX secolo. Dissertazioni a episodi sulla città, e relativi itinerari paesaggistici e storici (ep.5)

Episodio 5

Parte del secolo XVIII° e l’intero sec XIX° furono per Albano decenni di straordinario sviluppo urbanistico.

Famosa per il clima e frequentato dalla nobiltà romana, fu scelta meta privilegiata, come da varie fonti risulta, di Monarchi, Principi e VIP vari dell’epoca, ed artisti famosi. Ci transitò perfino Michele Pezza, brigante meglio conosciuto col soprannome di Fra’ Diavolo, in viaggio verso Roma, destinazione l’Hotel, mica tanto confortevole, di Castel S. Angelo.

Come è negli avvenimenti di questo mondo, vi furono anche momenti non propriamente tranquilli o piacevoli: nel 1829 furono registrate numerose scosse di terremoto, negli anni 1837 e 1867 epidemie coleriche che provocarono numerose vittime, tra le quali Maria Teresa d’Austria ex Regina di Napoli e suo figlio Gennaro, ultimo dei 10 nati dal suo matrimonio con Ferdinando II° di Borbone, Re delle Due Sicilie, a Lei premorto nel 1859, e il Cardinale Ludovico Altieri, già ricordato in un precedente episodio.

A corollario di tutti questi momenti, c’è da riportare una curiosità, ammesso che come tale, non sia considerata una occupazione abusiva dello spazio. Nel qual caso ne prendo atto sperando d’ottenere dal generoso lettore il “condono”. Il quale, almeno nell’Italia berlusconiana, ma direi anche successiva, non si negava né alle occupazioni né alle evasioni.

Ed ecco la curiosità: temendosi un prossimo conflitto per le ambizioni repubblicane-mazziniane, che si concreteranno con la repubblica romana (1848-1849), un benestante cittadino di Albano, certo Graziosi, affisse un avviso-invito per quanti concittadini avessero voluto arruolarsi in un “Reggimento” da lui stesso, ed a sue spese, organizzato per soccorrere il Papa, la Chiesa, lo Stato Pontificio, messi in pericolo dai repubblicani. Centro di reclutamento la sua abitazione. Assicurava bandiera, divisa, armi, banda musicale, e paga adeguata. L’iniziativa non si concluse per mancanza di adesioni o altre ignote ragioni, ma insomma, in questo invito possiamo trovare una anticipazione risorgimentale di tanti reclutamenti politico-religiosi ben più recenti. Ma la curiosità di cui si diceva non potrebbe essere compiutamente soddisfatto se non attraverso il testo integrale dello stesso (errori ed orrori ortografici compresi).

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AMATI ALBANESI, DILETTI TUSCULANI

GASPARE GRAZIOSI è fra voi, autorizzato da S. E. R. la presidenza delle Strade, e delle Armi ad Arruolamento. Farei troppo torto alle mie due Patrie, cioè a Frascati dove sortii i miei natali, e ad Albano ove ebbi la fortuna di essere ascritto Cittadino, e fui, non faccio per dirlo, Consigliere nella vostra Comune. Io non lascerò di scorrere le due Diocesi delle mie due patrie gemelle, tenendo quei buoni Terrazzani in egual stima ed affetto.

Venite Gioventù Albanese, Gaspare Graziosi vi aspetta;

venite Gioventù Diocesana, Gaspare Graziosi vi interpella;

venite Gioventù Tuscùlana, Gaspare Graziosi vi chiama.

Su presto correte ad arruolarvi sotto le Lanzere di vostro Padre per questi quattro anni, che formano 1461 giorni, (perché un anno è bisesto) per quanto appunto richiede il vostro Augusto Sovrano, ne avrete l’ingaggio. Noi viveremo sempre uniti. Voi non sarete comandati che da me, dal vostro caro Gaspare. Qual piacere si è lo stare fra voi, a cantare la Tarantella, come quella onesta, capitene bene, ed insieme dividere i sudori.

I godimenti io ve li prometto fino dal primo giorno del vostro arrolamento, e fino all’ ultimo giorno della vostra obbligazione. Terrò aperta la mia Casa, che non è male, dalle ore 14. alle 17. per vostro comodo. Padri, e madri, Albanesi e Tusculani mandate i vostri figliuoli alla difesa della Patria, consacratevi questi teneri parti delle vostre prolifiche viscere; io ve li custodirò come fratelli miei amatissimi e benedetti, e vi prometto tenerveli mai sempre, e di non lasciarli mai, avendo ottenuto che il mio reggimento non sarà rilasciato ad altro Superiore.

Fra quindici giorni anderemo a presentarci al nostro Sovrano; lì baceremo quel Sacro Piede, Ei ci compartirà l’assolutoria dei peccati in eternum, e noi gli chiederemo dopo tutte quelle protezioni, quei privileggi, e quei quattrini, di cui avremo bisogno. Li negherà Egli a noi? A noi sudditi, e difensori del suo Stato, e del suo Trono? Già conto più centinaja d’ amici delle provincie Marittime e di Campagna; le quali a gara si sono arrolate e sono corsi appena hanno inteso che il loro Gaspare arrolava. Noi manterremo il contegno, la fierezza, la disciplina militare, e la impareremo a chi non l’ha. Si chiamerà questo il REGGIMENTO GRAZIOSI, e dovunque anderemo inspireremo amore, forza, fede, speranza, e carità ai veri sudditi della Santa Sede Apostolica Romana.

Dalla mia Casa questo dì 10 Luglio 1831.                                                     GASPARE GRAZIOSI

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Le annate seguenti dal 1871 al 1914 furono un periodo di relativa tranquillità, mai assaporata prima. I Balcani e la Turchia sembravano incapaci di turbare i sogni del c.d. “concerto europeo”. E, dunque, a somiglianza di tutti i Comuni Italiani anche Albano, nella misura proporzionale alla scarsità della popolazione e delle risorse, fornì qualche bracciante non ancora emigrato, all’esercito antietiopico del Generale Baldissera ed antilibico della “Tripoli bel suol d’amore”.

Resta da dire che, nel fragore dell’incalzante progresso, cominciano le demolizioni che via via, muteranno l’aspetto della città e dei luoghi; tanto per citare due cause: il tratto ferroviario Roma - Albano (1894) e la rete tranviaria per il medesimo percorso (1907).

Subito appresso, le pallottole di Sarajevo rimisero in gioco passioni nazionali, interessi di tutte le bandiere, e le varie Patrie cominciarono a guardarsi in cagnesco fino al botto finale, che anticipava brutalmente e senza rispetto umano la tragedia nazi-fascista, fino all’ultimo conflitto che investì dall’alto, dal basso, dal mare, oramai non più nostrum, l’Albano paese, altura, valico. Ma questa è un’altra storia…

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