La geografia politica della provincia di Roma per la prossima la tornata amministrativa può aprire una riflessione sul sistema politico nazionale che, nella maggior parte dei casi, si riflette in maniera distorta sui territori. Questo diviene evidente se si osservano gli assetti politici o le costruzioni delle coalizioni, anche durante la campagna elettorale, distinguendo tra comuni con popolazione superiore o inferiore ai 15mila abitanti.
Osservando i comuni che andranno al voto nella provincia di Roma, questo ragionamento appare evidente.
Nell’area dei Castelli Romani sono tre i comuni, sotto i 15 mila abitanti e quindi a turno unico, in cui si voterà per eleggere il nuovo sindaco; a Colonna la sfida è a due: il sindaco uscente Fausto Giuliani ha ufficializzato la sua candidatura sostenuto dalla lista “Ora Colonna” contro lo sfidante Fabio Pochesci con la lista “Uniti per Colonna”; a Monte Porzio Catone la sfida diventa a tre con la ricandidatura del sindaco uscente Massimo Pulcini, appoggiato dalla lista “Viviamo Monte Porzio”, la candidata Carla Carletti con la lista “Monte Porzio cambia“ e la candidata Gioia Di Mauro con la lista “Difendiamo Monte Porzio”. Anche a Rocca Priora la sfida è a tre: la sindaca uscente Anna Gentili, sfiduciata lo scorso inverno, si presenta sostenuta dalla lista “Coraggio Rocca Priora”, mentre il candidato Claudio Fatelli è appoggiato dalla lista “Fare Rocca Priora” e il candidato Milco Rufini è presente con la “lista civica per Rocca Priora, verdi, bianchi, rossi”.
Nell’area dei Monti Prenestini i comuni ad andare al voto sono principalmente a turno unico come Artena, dove la sfida è a quattro con: Tamara Latini “Pronti per Artena”, Silvia Carocci “Artena cambia insieme”, Davide Corsetti “Artena per il futuro”, Ilenia Vicidomini “Artena nel Cuore”.
Ad eccezione di Palestrina, l’unico comune di questa area per cui è previsto il ballottaggio e in cui la presenza dei simboli di partito nelle coalizioni rende evidenti le fragilità delle alleanze su scala nazionale e l’incapacità dei territori di recepirle. A Palestrina, ad esempio, il centro-destra e il centro-sinistra si presentano spaccati con Giuseppe Cilia sostenuto da “Forza Italia”, “Noi Moderati”, “Scelgo Palestrina” e “Palestrina Futura”; Eleonora Nuvoli sostenuta dalle liste “Fratelli d’Italia”, “Lega”, e “Palestrina Unione di centro”; Igino Macchi sostenuto dal “Partito Democratico”, “Macchi per Palestrina”, “Palestrina nel merito” e “Palestrina popolare – I love Palestrina”; Cristina Polucci sostenuta dalla coalizione composta da “Palestrina in Comune - per le persone e la comunità” ed “Alleanza Verdi Sinistra”; Ludovico Rosicarelli con la lista “Ludovico Rosicarelli sindaco”.
Altri grandi comuni che eleggeranno i nuovi sindaci sono Tivoli, Monterotondo e Civitavecchia: il primo comune rappresenta l’unico caso, in questa tornata elettorale nella provincia di Roma, in cui la coalizione di centro destra si presenta compatta.
A Tivoli i candidati a contendersi lo scranno di primo cittadino sono cinque: Maria Rosaria Cecchetti sostenuta dalla lista che raggruppa Azione, Italia Viva e un gruppo di civici in “Azione, uniti per Tivoli e Tivoli progetto comune”; Massimiliano Rossini con la lista “Tivoli popolare e inclusiva”; Francesca Chimenti con la coalizione formata da “Movimento 5 Stelle”, “Allenza Verdi Sinistra”, “Una nuova storia” e “La voce di Tivoli Terme”; Marco Innocenzi sostenuto dall’ampia coalizione di centro destra con “Fratelli d’Italia”, “Forza Italia”, “Noi Moderati”, “Lega”, “Innocenzi Sindaco”, “Laboratorio Tivoli”, “Aria nuova cittadini in movimento”, “Partecipazione popolare”, “Democrazia Cristiana”; Giovanna Marconi sostenuta da “Partito Democratico” e “Vince Tivoli con Giovanna Marconi sindaca”.
Nel caso di Monterotondo, uno dei pochi comuni che dal Dopoguerra è sempre stato governato da amministrazioni di centro-sinistra, lo scenario è così composto: Riccardo Varone, sindaco uscente, sostenuto dalla coalizione formata da “Partito Democratico”, “Alleanza verdi Sinistra”, “Demos democrazia solidale”, “Azione – Più Europa”, “Rete Democratica Monterotondo”, “Voglio Vivere così” e “Italia Viva”; Simone Di Ventura con “Fratelli d’Italia”, “Forza Italia”, “Lega”, “Monterotondo Bene Comune”, “Unione civica eretina”, “Polo civico uniti per Monterotondo” e “Monterotondo Scalo conta”; Paolo Maria Zavagni con “Monterotondo città pubblica” e “Partito Comunista”; Angelo Capobianco con la lista del “Movimento 5 Stelle”.
A Civitavecchia i candidati a sfidarsi invece saranno sei, tutti alla prima elezione, e anche in questo caso il centro-destra e il centro-sinistra si presentano entrambi spaccati: Enzo D’Antò con le liste “Movimento Cinque Stelle”, “Lista D’Antò” e “Unione popolare”; Roberta Galletta con la “Lista Galletta sindaco”; Massimiliano Grasso con la coalizione composta da “Fratelli d’Italia”, “Lega”, “Lista Grasso”, “Civitavecchia 2030” e “La Svolta”; Vittorio Petrelli con la lista “Il Buon Governo”; Marco Piendibene “Partito democratico”, “Lista Piendibene”, “Alleanza Verdi Sinistra-Demos”; Paolo Poletti “Forza Italia”, “Lista Poletti”, “Noi Moderati”, “Uniti per Civitavecchia”.
Nell’Area dei Monti Lucretili invece la situazione torna ad essere più o meno omogenea con le elezioni nei piccoli comuni di Vicovaro e Moricone; nel primo gli sfidanti sono 2: il sindaco uscente Fiorenzo De Simone con la lista “Vicovaro, insieme!” e Nello Crielesi con la lista “Nello Crielesi Sindaco per Vicovaro”; anche a Moricone a contendersi lo scranno sono in due: il sindaco uscente Giovanni Battista Pascazi con la lista “Progetto comune Moricone” e Cristina D’Andrea con la “Lista civica GenerAzione Moricone D’Andrea Sindaco”.
Da questa ampia panoramica che descrive le alleanze e le coalizioni della maggior parte dei comuni della Provincia di Roma che andranno al voto il prossimo giugno, si evince che nei contesti sotto i 15mila abitanti è trainante la figura del candidato sindaco e le alleanze si creano sulla persona, ovvero tanto più forte è il candidato tanto più sarà forte la coalizione. Tutto ciò è avvalorato e sostenuto dal fatto che in tali situazioni l’assenza di simboli di partito consente di creare ampie coalizioni che ruotano proprio intorno alla figura del candidato sindaco.
Nei comuni con popolazione sopra i 15 mila abitanti, invece, è evidente che le alleanze nazionali non hanno tenuta e si disgregano, probabilmente per la mancanza di un reale progetto politico sia a destra che a sinistra, che di fatto rimangono “cartelli elettorali” che non hanno né base né riconoscibilità sul territorio.
Da ciò si evince un panorama molto frammentato che rispecchia le complessità politiche, anche nazionali, sintomo di instabilità, figlia dei tempi, e delle leggi elettorali odierne.
Infatti, una criticità risiede proprio in questo aspetto: fino a quando la legge elettorale per l’elezione del Parlamento rimarrà prerogativa delle segreterie dei partiti, sul territorio non nasceranno situazioni politiche omogenee ma solo realtà legate al contesto regionale, in cui il voto viene ancora espresso attraverso un sistema di preferenze. Queste, stimolerebbero e radicherebbero la presenza sul territorio e quindi la capacità di costruire dei progetti stabili, coinvolgendo i cittadini a partecipare più attivamente al processo decisionale. Chissà se in futuro potrà cambiare qualcosa? Sarebbe, piuttosto, auspicabile che tale ragionamento entrasse nel dibattito parlamentare sulla possibilità di uno nuovo sistema basato sul premierato.
