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Settembre 19, 2024

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Città metropolitana di Roma Capitale “Tavolo metropolitano della Convivenza” Carta dei valori

Città metropolitana di Roma Capitale “Tavolo metropolitano della Convivenza” Carta dei valori

“L'aspirazione non può essere quella di immaginare che l'amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all'appiattimento. L'opposto del rispetto delle diversità, delle specificità proprie a ciascuna persona. Non a caso, la pretesa della massificazione è quel che ha caratterizzato ideologie e culture del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell'uomo sull'uomo.”

Dall’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla giornata conclusiva della 44ª edizione del “Meeting per l’amicizia fra i popoli” di Rimini, 25 agosto 2023.


La Città metropolitana di Roma Capitale ha posto tra le sue priorità l’aspirazione a presentarsi quale metropoli che valorizza le differenze, reputando l’incontro tra le diverse culture che convivono nel suo territorio imperdibili opportunità di crescita e scambio. È proprio in tale contesto che nasce l’idea di un “Tavolo metropolitano della Convivenza”, un nuovo strumento di governance volto a favorire un radicale cambiamento per una società aperta che ponga le sue basi sul pluralismo culturale, per quanto conscia della complessità delle singole identità. Si aspira, dunque, a creare una “Città della Convivenza”, che dia spazio a ciascuno nella sua diversità e unicità, che miri al bene comune dando un valido supporto soprattutto alle categorie più fragili, con le quali, e non per le quali, si è chiamati profondere il massimo impegno in vista di una società davvero inclusiva. Tra i principali obiettivi del Tavolo si annoverano:  Agevolare l’interazione, ovvero un approccio interculturale che miri ad evitare il rischio di assimilazione o di un’integrazione al gruppo dominante, tra comunità di stranieri, coloro che hanno un background migratorio ma che hanno già ottenuto una qualche forma di regolarizzazione e cittadini di origine italiana, residenti nell’intera area metropolitana; Garantire un’adeguata rappresentanza agli stranieri residenti a vario titolo nell’area metropolitana, al fine di accogliere le loro istanze che spesso rimangono inascoltate, impedendo loro di godere a pieno di diritti e servizi; - Favorire la promozione di studi e ricerche volti a monitorare l’evoluzione nel tempo dei principali parametri demografici, al fine di fornire una visione sempre aggiornata del profilo del tessuto sociale che sostanzia il territorio metropolitano, in modo da adattare i servizi alle reali esigenze di quanti vi risiedono; - Facilitare l’incontro tra i gruppi sociali, al fine di contrastare i conflitti legati alla diversità etnica e culturale, riducendo così le tensioni e garantendo una più stabile coesione sociale che porti a un arricchimento reciproco per tutti coloro che si trovano a coabitare nell’area metropolitana, e che sono chiamati ad interagire per la sua crescita e a gettare le basi per una contaminazione socioculturale profonda e realmente partecipata; - Incoraggiare il dialogo interreligioso, al fine di supportare un proficuo confronto basato sulla tolleranza e il reciproco rispetto; - Promuovere il valore della diversità culturale, al fine di garantire un miglioramento del suddetto processo di interazione, che nel medio-lungo termine favorisca il raggiungimento di un equilibrio tra la reale struttura demografica dell’area metropolitana e la presenza ad ogni livello, anche nelle istituzioni pubbliche, di tutti i gruppi etnici che insistono sul territorio. Al fine della promozione del Tavolo metropolitano della Convivenza, nei mesi scorsi si è dato inizio ad un percorso di consultazione con realtà di vario genere: istituzioni, enti del Terzo Settore, privato sociale laico e religioso, confederazioni sindacali. Ciò in vista di una co-programmazione e coprogettazione delle sue attività, che tengano conto delle sollecitazioni provenienti dal basso, con l’obiettivo di evitare di calare dall’alto soluzioni che non riservino adeguata considerazione alle idee ed esigenze di chi lavora sul campo dell’integrazione/interazione sociale giorno dopo giorno, nonché delle comunità straniere medesime. Dal partecipato confronto che ne è scaturito sono emersi suggerimenti, idee, proposte che risulteranno preziosi al fine di dare forma e concretezza al Tavolo ed al lavoro dei sottogruppi tematici attraverso i quali prenderanno forma le sue attività. Si riportano di seguito i macro-temi dei suddetti gruppi di lavoro, che sono il frutto della consultazione di tutti gli stakeholder interessati: - Sanità: assicurare un accesso agevole ad un servizio sanitario equo ed efficiente, affermare con forza ancora maggiore il diritto alla salute per tutti non in quanto cittadini ma in quanto persone, formare al meglio il personale sanitario al fine di fronteggiare con competenza anche emergenze sanitarie non tipiche del nostro paese (p. es., contrasto e cura di ogni forma di mutilazione genitale femminile);

- Istruzione e Cultura: favorire la frequenza alle scuole (almeno fino all’età dell’obbligo), promuovere un ambiente inclusivo e non-discriminante a tutti i livelli della formazione scolastica, facilitare il processo di riconoscimento dei titoli di studio conseguiti nei paesi di provenienza al fine di consentire la prosecuzione della propria formazione, agevolare l’erogazione di percorsi di apprendimento della lingua italiana per stranieri, incoraggiare lo scambio culturale tra i cittadini di origine italiana e gli stranieri alla luce di un’interazione e crescita vicendevole, incentivare il rispetto del patrimonio artistico-culturale quale bene comune; - Accesso ai servizi della PA: semplificare gli iter amministrativo-burocratici relativi alla regolarizzazione del proprio status inclusa la registrazione del proprio domicilio/residenza, l’iscrizione anagrafica al fine di ottenere in tempi più celeri documenti necessari per una piena fruizione di servizi di varia natura (non ultimi quelli sanitari), l’introduzione della figura dei mediatori linguistico-culturali che assicurino un più proficuo accesso ai servizi offerti, la promozione della competenza interculturale dei lavoratori della PA attraverso adeguati percorsi formativi; - Lavoro e diritto all’abitare: facilitare il processo di riconoscimento dei titoli di studio conseguiti nei paesi di provenienza al fine di poter avere un migliore accesso al lavoro, promuovere l’erogazione di corsi di formazione professionale volti a far maturare competenze e/o valorizzare e migliorare capacità già possedute e inclinazioni del soggetto, creare nuovi sportelli di integrazione socio-lavorativa e supportare l’azione di quelli già esistenti con l’obiettivo di consentire una più efficace integrazione dei fruitori nel tessuto sociale, assicurare il diritto all’abitare anche attraverso la facilitazione dell’accesso al patrimonio pubblico qualora ci si trovi in condizioni di indigenza tali da non poter provvedere in autonomia a trovare una soluzione abitativa; - Sport: far sì che lo sport divenga davvero accessibile a tutti sia in termini di costi sia in termini di strutture (adattandole, se necessario, a sport non tipici del nostro paese con lo scopo, da una parte, di rendere più familiari agli stranieri i luoghi deputati alla pratica di attività sportive, dall’altra, offrendo anche ai cittadini di origine italiana tali alternative, di sfruttarle quali strumenti di incontro e di interazione tra culture diverse), agevolare il tesseramento degli stranieri alle associazioni sportive dilettantistiche e non; - Comunicazione: scardinare una narrazione sui migranti, condotta sia sui media sia su alcuni libri di testo, spesso distorta e che li identifica quali fonte di pericolo sotto vari punti di vista (sanitario, lavorativo, della sicurezza pubblica), favorire studi che mirino a sondare come gli operatori della comunicazione talvolta si servano deliberatamente di tecniche comunicative che indirizzano i fruitori dell’informazione verso una visione dello straniero stereotipata e fuorviante in quanto distante dalla realtà; - Questione donne, minori e comunità LGBTIAQ+: assicurare loro l'attenzione che (in quanto gruppi sociali più fragili o discriminati) meritano di ricevere, a partire dalle evidenze circa gli abusi e le violenze di cui le donne migranti divengono vittime lungo il percorso che le porta in Italia (nonché nel nostro Paese), promuovere delle attività di ascolto e inclusione sociale che possano permettere loro di trovare un ruolo adeguato nella società; incoraggiare attività di sostegno ai minori stranieri non accompagnati (MSNA) supportandoli nell’iter burocratico di regolarizzazione della loro presenza in Italia, favorendo i ricongiungimenti familiari, seguendo la loro presa in carico da parte dei servizi sociali territorialmente competenti; incoraggiare attività di ascolto e confronto con la comunità LGBTIAQ+ al fine di incidere sul processo politico che si spera possa quanto prima portare ad una piena equiparazione dei loro diritti sociali e civili. - Centri di accoglienza: promuovere un’attenta valutazione delle condizioni di vita di quanti vengono ospitati all’interno di qualsivoglia genere di centro di accoglienza, verificare eventuali violazioni dei diritti umani in essi perpetrate, avanzare proposte per il miglioramento della qualità di vita delle persone che vi risiedono; - Partecipazione civica e politica: favorire un valido dialogo volto ad influenzare le politiche di partecipazione alla cosa pubblica in termini, soprattutto, di diritto di voto, che attualmente, al netto dei referendum regionali, non spetta agli stranieri extra-comunitari (neppure a coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno), impedendo in tal modo a quanti risiedono stabilmente sul nostro territorio di poter esprimersi rispetto alla gestione pubblica del tessuto sociale in cui si trovano a vivere; rafforzare la partecipazione civica di “tutti coloro che insistono sull’area metropolitana” (non soltanto di “tutti i cittadini”), permettendo loro di vedere riconosciuti i propri bisogni e diritti e di battersi per la loro promozione attraverso una più proficua interlocuzione con i rappresentanti delle Istituzioni, ai quali verrebbe in tal modo consentito di acquisire una conoscenza più approfondita delle istanze degli stranieri; d’altro canto, questa maggiore attenzione favorirà in questi ultimi l’affermazione di un più radicato senso di corresponsabilità rispetto al bene comune, nonché di appartenenza. Ad aiutarci saranno, infine, sicuramente le buone pratiche che già vivono sul territorio, quei successi che devono rappresentare il nostro viatico nel percorso di valorizzazione sociale ed umana che ci attende


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