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Identità plurale e dialogo. Città interculturali crescono

Identità plurale e dialogo. Città interculturali crescono

Da quando si è imposto il nuovo flusso migratorio non vi è città italiana, grande o piccola che sia, che non presenti una percentuale significativa di residenti di diversa nazionalità. Non sorprende pertanto né che la Città metropolitana di Roma veda la presenza di circa 400.000 migranti su una popolazione complessiva di circa 4 milioni, né che la Città di Zagarolo, su una popolazione di 18966 abitanti, presenti 2801 residenti migranti, con una percentuale, in entrambi i casi, pari a circa il 15%.

Le reazioni di fronte a un simile fenomeno sono le più diverse. C’è chi lo assume con un misto di paura, rabbia e disorientamento, preoccupato com’è della tenuta dell’identità nazionale e chi invece lo assume come l’ennesima puntata di quel continuo rimescolamento di mondi e culture che hanno arricchito fin dall’inizio il nostro Paese fino a farne quel che davvero è: un’identità plurale capace di far convivere e incontrare le differenze che la formano grazie ad una Costituzione che rende possibile a tutti di far valere i propri diritti inalienabili senza che nessuno debba temere di restarne escluso.

Rifiutato o accettato che sia, temuto piuttosto che accolto con favore, è comunque innegabile che si tratti di un fenomeno reale, di fronte al quale chiunque governi ha il dovere di studiare una strategia che serva a governarlo senza negarne l’esistenza o, ancor peggio, demonizzarlo.  E segnali in tal senso non mancano. Nelle grandi, come nelle piccole Città. Prova ne sia la recente costituzione di un “Tavolo metropolitano della Convivenza”, istituito con il decreto 226 del 15.9.2023 dalla Città metropolitana di Roma, o l’adesione della Città di Zagarolo alla rete delle Città del dialogo riconosciuta dal Consiglio d’Europa il 12 .12. 2022.

In entrambi i casi le decisioni assunte non sono certo semplici atti formali o scelte di facciata ma atti politicamente lucidi e non estemporanei, frutto di una lettura approfondita delle dinamiche sociali e culturali in atto, e perciò in grado di produrre effetti concreti e di lunga durata. Per capire quali essi siano basterà prendere in esame i documenti programmatici finora prodotti o illustrare, seppur brevemente, le iniziative già intraprese o in via di assunzione.

Per la Città metropolitana a far testo è anzitutto la Carta dei valori con i suoi 9 temi principali (Sanità, Istruzione e Cultura, Accesso ai servizi della P.A., Lavoro e diritto all’abitare, Sport, Comunicazione, Questione donne, minori e comunità LGBTIAQ+, Centri di accoglienza, Partecipazione civica e politica)  intorno ai quali sono stati costruiti altrettanti gruppi di lavoro che hanno iniziato ad elaborare le iniziative concrete da assumere per costruire una Città realmente inclusiva e capace di interagire con tutti coloro che hanno scelto di viverci. È chiaro, infatti, che non bastano semplici dichiarazioni di intenti per rendere reali i diritti fondamentali di cui anche i migranti dovrebbero godere – alla sanità, come alla casa, al lavoro come alla partecipazione -   ma servono innovazioni normative coraggiose e collaborazioni tra Enti, associazioni e istituzioni di vario tipo per cogliere opportunità finora negate o rese di difficile accesso. Il lavoro appena iniziato è perciò destinato a durare non poco e avrà bisogno di un sano pragmatismo e di una reale volontà di collaborazione tra tutti gli stakeholders coinvolti.

 Per la Città di Zagarolo, ora che figura - accanto a città come Milano, Venezia, Genova, Modena, Reggio Emilia e Torino - tra le 30 Città del dialogo presenti sul territorio italiano, si tratta invece di dar luogo a segnali concreti di attenzione e di accoglienza che permettano ai nuovi arrivati di sentirsi parte attiva e riconosciuta della comunità in cui hanno scelto di risiedere. A tal fine, dopo l’istituzione del premio NATI PER UNIRE con il quale, già da qualche anno, si dà pari riconoscimento ai primi nati di nazionalità italiana, europea ed extraeuropea, è partito un Corso gratuito di italiano per residenti migranti, reso possibile dall’azione concertata di un gruppo di volontari e dall’ospitalità offerta dai due Centri anziani della Città,  mentre nel mese di aprile avrà luogo il primo Certamen interculturale su 10 Beni dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità riservato a 20 studenti provenienti da 10 Istituti scolastici di Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Marche. È inoltre intenzione dell’Amministrazione comunale favorire la creazione di un organismo stabile rappresentativo che possa dare voce alle istanze della comunità dei migranti e costituire un Coro interculturale che possa fondere in una sola voce le differenti voci presenti tra la popolazione scolastica della città.  Visti i ripetuti episodi di razzismo che con disarmante frequenza si manifestano nel mondo dello sport è poi intenzione di tutte le Città del dialogo, recentemente riunitesi a Modena nel loro Convegno annuale, di dar luogo a una campagna antirazzista proprio all’interno degli stadi, in modo da convincere a reagire e a prendere posizione chi finora si è dimostrato reticente o segretamente connivente.

Il lavoro da condurre, inutile nasconderlo, è estremamente impegnativo e anche l’esito è tutt’altro che scontato. Servirà pazienza, costanza, lucidità, determinazione e capacità di dialogo con tutte le componenti sociali e culturali delle nostre Città in modo da vincere le resistenze, convincere i dubbiosi e rassicurare i timorosi.  Una buona dose di immaginazione e di sana utopia potrebbero essere le armi vincenti.


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