Walter Veltroni a Frascati presenta il suo nuovo giallo "Buonvino e il circo insanguinato", una storia in cui non solo si narra il mistero di cui il protagonista verrà a capo ma che è "immersa nel tempo che stiamo vivendo" lasciando spazio a considerazioni generali sulla società attuale. Il pomeriggio è trascorso tra brevi assaggi della narrazione del nuovo giallo a riflessioni sottese che danno luogo ad una critica sociale molto forte.
È la storia un commissario, a tratti inusuale, che utilizza ragionamento e arguzia per risolvere il caso, preferendo le virtù intellettuali all'arma; si parlerà della perfezione, attraverso i personaggi che affiancano il protagonista, il commissario Buonvino, un vero maestro a scoprire le doti di ognuno e valorizzarle, come un ottimo direttore d'orchestra.
Proprio su questo Veltroni, durante il dibattito ha aperto una riflessione che lascia spazio ad un'ampia critica su quella che ha definito la "società dell'odio e del rancore" e ricorda che “quello che stiamo vivendo è il tempo della fine della verità perché arriverà il momento in cui l'intelligenza artificiale potrà dire qualsiasi cosa. Se non si introducono regole il rischio di manipolazione della realtà sarà elevato”. A ciò si lega il “diritto alla conoscenza non tanto della verità quanto della realtà e questo va salvaguardato, soprattutto rispetto alle giovani generazioni: è la sfida delle democrazie. Cattiveria, cattiva informazione e intelligenza artificiale fanno sì che oggi si viva in una condizione di precarietà in cui si crede che ciò che non piace non abbia diritto di esistere. È importante, invece saper convivere con ciò che non piace perché è sinonimo di libertà”.
Oltre alle considerazioni che fanno da sfondo alla storia narrata, l’autore ha tenuto a soffermarsi sulla scelta dell’ambientazione e dei luoghi: un circo all’interno di Villa Borghese a Roma.
Il primo, ricorda l’istituzione totale così definita dal sociologo Goffman, ovvero “un luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che condividono una situazione comune e trascorrono parte della loro vita in un regime chiuso, la cui caratteristica totalizzante si esprimerebbe con l'impedimento allo scambio sociale e ai rapporti con il mondo esterno” e il circo ben rappresenta questa definizione; Villa Borghese, invece è un centro culturale perfetto e l'idea che il verde, così vivido, sia macchiato dal rosso del sangue, è un espediente narrativo molto interessante.
Un racconto in cui, come accade per i gialli, scrittore e lettore sono in gara, in cui il materialismo dell’immaginazione si fonde con il mistero e i personaggi, in cui il lettore non è accompagnato lungo il racconto come accade nel romanzo, ma entra in competizione con l’autore partecipando alla risoluzione del caso.
Buona lettura!