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Settembre 16, 2024

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2 giugno 1946. Nasce la Repubblica italiana

2 giugno 1946. Nasce la Repubblica italiana

Questa festa non è un semplice “ponte” ma la giornata che – dopo il 25 aprile 1945 – segna il passaggio dalla Monarchia - che aveva sempre supportato il regime fascista – alla Repubblica.

Gli italiani, convocati alle urne per scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente che lavoreranno per scrivere la nuova Costituzione - parteciparono in massa al voto referendario.

Già all’inizio del 1945, con il Paese diviso e sottoposto all’occupazione tedesca, il Governo Bonomi aveva emanato un decreto legislativo luogotenenziale che riconosceva il diritto di voto alle donne. Le donne confermarono con il voto questo diritto: votarono 12.998.131 donne, e 11.949.056 di uomini.

L’affluenza al voto fu altissima: gli aventi diritto al voto erano 28.005.449, i votanti furono 24.946.878, pari all’89,08%. I voti validi 23.437.143, di questi 12.718.641 (pari al 54,27%) si espressero a favore della Repubblica, 10.718.502 (pari al 45,73%) a favore della Monarchia.

Gli italiani confermarono con il voto il percorso di Liberazione dal Fascismo e di pace, uguaglianza e ricostruzione di un paese sepolto dalle macerie.

referendum


Mario Borsa direttore del Nuovo Corriere della Sera, nel suo editoriale del primo giugno del 1946 conclude il suo appello al voto con queste parole: “…Paura di che? Del famoso salto nel buio? Il buio non è né la Repubblica né la Monarchia. Il buio purtroppo è in noi, nella nostra ignoranza, o indifferenza, nelle nostre passioni di parte. Basterebbe avere un po’ di fede in noi stessi, nelle cose e nel Paese, per vedere chiaramente, la strada da percorrere e come percorrerla. Noi non avremo nulla da temere da questa strada se sapremo tenere le mani sulla libertà che abbiamo riconquistato e se ci persuaderemo di una cosa sola: che la libertà e coscienza e rispetto dei limiti

Piero Calamandrei, uno dei padri fondatori della nostra democrazia, definisce “Miracolo della ragione” la vittoria della Repubblica nel Referendum istituzionale del 2 giugno 1946 e nei giorni successivi così scrive: “…senza stragi, senza turbamenti, senza rancori la Repubblica è nata in Italia. Per un istante possiamo fermarci ed essere contenti di noi: non guardare gli infiniti lutti che sono alle nostre spalle, l’infinito lavoro di ricostruzione che è nel nostro avvenire…Ecco la nostra Repubblica non improvvisata, non basata su un giorno di torbida passione. Repubblica voluta, forzata, meditata, ragionata, paziente. Non un impeto di generosa illusione romantica, ma una prolungata prova di coscienza civile e di riconquistata ragione. Reprimiamo nel cuore la commozione che vorrebbe salire, limitiamoci ad accorgerci con pacata serenità consapevole che una Repubblica nata così è destinata a durare nei secoli”.

repubblica


Ancora oggi hanno ragione Borsa e Calamandrei: il buio è nella nostra ignoranza e la luce sta nell’infinito lavoro di ricostruzione e costruzione che ancora oggi dobbiamo compiere lasciando da parte – come fecero gli italiani del 1946 – egoismi e interessi di pochi. L’interesse collettivo sta nel comune sentire e nella consapevolezza che “ora e sempre” la Libertà sta nella coscienza e nel rispetto dei limiti e dei valori della nostra Costituzione che può essere modificata ma senza mettere in forse quei principi e quella sintesi comprensiva e limpida dei diritti di libertà e dei doveri civili, sociali e politici che la nostra Costituzione, nella sua prima parte ha sancito.

evviva la repubblicaDa EVVIVA LA REPUBBLICA. Alle radici della Democrazia. Di Tonino Tosto, Edup 2011


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