L’opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Le Comunità Energetiche Rinnovabili, d’ora in poi CER, offrono l’opportunità di determinare – attraverso la transizione energetica – una transizione dalla frammentazione alla comunità. 
L’attuale frammentazione provoca un senso di spaesamento dovuto alla mancanza d’incontro.
Il bisogno d’incontro si concretizza nel bisogno di un luogo d’incontro.

Un luogo d’incontro nasce attraverso la costruzione di relazioni nei contesti sociali per mezzo di legami di prossimità.

Lo scambio di energia che si crea nella CER spinge a maggiori scambi sia materiali che immateriali.
Gli scambi immateriali formano legami di prossimità.

Gli scambi materiali, attraverso meccanismi di partecipazione gestionale, creano sviluppo locale.
Lo sviluppo locale dà luogo a Smart Community che mettono in piedi un sistema di Abitare Intelligente (A.I.).
Il sistema A.I. aumenta la Coesione Sociale che, a sua volta, risolve la frammentazione attraverso – quindi – la CER.
Questo meccanismo risulta, perciò, un esempio di Economia Circolare.
Questo è lo schema base delle C.E.R. e per questo diciamo che esse sono un’opportunità.
Un cambio totale di paradigma da un sistema al tempo stesso centralizzato ma dipendente dal contesto globale ad un complesso reticolare.
Praticamente succederà quello che è avvenuto nelle telecomunicazioni: una rete di soggetti autonomi che interagisce scambiando energia invece di contenuti.
Occorrerà tempo ma la direttrice è questa: da un complesso gerarchico che dipende da forniture esterne (le fonti di gas e di petrolio mondiali) a una rete di autoproduzioni di energia rinnovabile.

Questa rivoluzione cambierà però anche i rapporti socio-economici: il territorio stesso non sarà più diviso per vocazioni settoriali (i luoghi dell’abitare separati da quelli della produzione, la città dalla campagna, il centro dalla periferia) ma si ridisegnerà su contesti ibridi e soprattutto glocali (entità cioè fortemente caratterizzate in senso territoriale ma connesse globalmente). Già infatti le metropoli si stanno riorganizzando secondo il principio della città dei 15 minuti, territori che attraverso le infrastrutture di comunicazione sono autonome e connesse e in cui ci si muove agevolmente con sistemi di mobilità dolce.