L'omicidio di Corviale ha fatto rialzare quel muro di pregiudizi, quello stigma che, anche grazie al nostro lavoro quotidiano, stava cedendo. Un pugno nello stomaco è stato dato alla Comunità di Corviale che da oltre 14 anni presidia il territorio assumendosi responsabilità che spettano alle Istituzioni. Siamo stati riportati 10 anni indietro.
L’omicidio di Molè non è un caso è il compimento sfacciato per la prima volta di quello che tutte le istituzioni ben sapevano e non hanno mai voluto vedere.
Il tema della sicurezza e il governo del territorio erano quasi un optional su cui abbiamo avuto parecchie pacche sulle spalle senza il rispetto degli impegni assunti. Ne ricordiamo qualcuno: dov’è finito il posto di polizia a Corviale del ministro Minniti? E che dire della comunicazione urbi et orbi a cui doveva provvedere che il ministro La Morgese? Non ci siamo fatti mancare tutti i prefetti a cui abbiamo inviato e sollecitato di darci risposte… buon ultimi dal prefetto Piantedosi, poi ministro degli Interni, fino al nuovo prefetto di Roma Giannini. Nessuna risposta.
Sono altresì stati ben informati sia il presidente della Regione Lazio che il commissario Ater di Roma, nonché della lentezza di mettere i piedi per terra del progetto Peretti “Rigenerare Corviale”… dal 2017 sono passati 7 anni ed è ancora tutto fermo.
Ci fa piacere di ricordare che i lavori del famoso 4 piano saranno finiti in quest’anno grazie anche al contributo della nostra Comunità. Vogliamo sottolineare che non è un caso che il Quadrante di Corviale è stato subito inserito nei Piani Integrati del PNRR e ha otteneto un importante finanziamento statale per l’efficentamento energetico.
Consci che questa è una occasione irripetibile (avere oltre 130 milioni di euro per il nostro quadrante che abbiamo voluto e sostenuto) ripetiamo che Noi tutti, Istituzioni comprese, non possiamo fallire.
Il segretario dei Carabinieri Generale Antonio Nicolosi ha dichiarato “la solidarietà della comunità è essenziale in momenti come questo, insieme possiamo combattere la violenza e perseguire anche la giustizia”. La nostra comunità lo sta facendo da 14 anni con gli occhi ben attenti alla coesione sociale.
La soluzione c’è: è ora di rimettere in campo “il modello” del prefetto Gabrielli, una esperienza positiva, propositiva e partecipata. Prefetto Giannini tocca a Lei insieme a tutte le Istituzioni ripartire da lì. Noi ci siamo e ce la faremo.
La comunità di Corviale
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